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Le Nozze di Figaro in Sicilia

Una scelta di visione

Scegliere di ambientare Le Nozze di Figaro in Sicilia nasce da una riflessione precisa, tutt’altro che ornamentale. È noto a tutti che siamo di fronte a un’opera brillante e movimentata, ma anche profondamente politica, sovversiva, lucida. Mozart e Da Ponte compongono una partitura di rivoluzione umana, in cui l’ordine sociale vacilla, il potere si deforma, e l’ingegno dei più deboli mette in crisi i privilegi consolidati. È teatro di tensioni, di desideri e strategie, di identità che mutano. Una materia viva, che richiede un contesto altrettanto vivo. E la Sicilia, con la sua storia millenaria, i suoi contrasti viscerali, la sua memoria teatrale, ci è apparsa subito come il luogo ideale per far risuonare questa complessità.

Non parliamo di una Sicilia realistica né folkloristica. La nostra è una Sicilia evocata, atemporale, sospesa. Una Sicilia dell’immaginazione, che appartiene più alla memoria che alla cronaca. È una terra che ha sempre vissuto sulla soglia, tra nobiltà e popolo, potere e fame, luci barocche e ombre profonde. Qui, come nell’opera, il dentro e il fuori si sfiorano, si mescolano, ma anche si ribaltano. I palazzi aristocratici e i cortili popolari non erano e non sono ancora oggi mondi separati, ma piani sovrapposti dello stesso teatro sociale. E proprio in questo intreccio, colto, meticcio, ironico, si innesta la nostra regia.

Lo spazio scenico riflette questa visione. Il palcoscenico si espande e si apre, coinvolgendo tutto ciò che lo circonda. Con lo Steri a lato e la palazzina neoclassica sul fondo, fanno da cornice e ne costituiscono la scena madre. Un prolungamento del palco porta l’azione fin dentro al pubblico, che lo rende protagonista. Le Nozze di Figaro si svolgono ovunque, all’interno, all’esterno, tra le pieghe visibili e invisibili dell’azione. Il pubblico non osserva da lontano, ma respira l’opera da dentro. Ogni scena si intreccia con l’architettura e restituisce aria di Sicilia.

Gli elementi scenici non raccontano, evocano. Limoni, anfore, botti e perfino un carretto siciliano.  tutto è stilizzato, simbolico, filtrato da una poetica visiva che parla al presente. I costumi, sfuggono a ogni collocazione temporale precisa. Non c’è ricostruzione, ma interpretazione. Sono abiti sospesi, siciliani nei segni, ma non nelle citazioni. Come la nostra Susanna, interpretata da Victoria Randem, una figura fuori dal tempo, che rompe lo stereotipo e restituisce alla Sicilia il suo volto più autentico quello di un crocevia che tutti conosciamo ma che tendiamo a rimuovere. La Sicilia è un ponte tra i mondi. Da sempre.

In questa visione, Le Nozze di Figaro non trovano solo un’ambientazione, ma una risonanza. La Sicilia non è sfondo, ma specchio. Un paesaggio simbolico che, come l’opera stessa, è attraversato da desiderio e conflitto, intelligenza e passione. Un’ironia sottile lo attraversa ancora oggi, capace di smascherare le fragilità del potere con una grazia irriducibile.

PROGRAMMA

W. A. Mozart 
Le Nozze di Figaro

Il Conte di Almaviva: Romanas Kudriašovas
La Contessa di Almaviva: Andreea Soare
Susanna:  Victoria Randem
Figaro: Julien Van Mellaerts 
Cherubino: Svetlina Stoyanova 
Marcellina: Olympia Hetherington
Bartolo: Da definire 
Basilio: Stefan von Korch
Don Curzio: Luciano Giambra 
Barberina: Federica Foresta
Antonio: Giacomo Iraci 
Felix Krieger: Direttore 
Regia: Girolamo Salerno

ARTISTI

Romanas Kudriašovas
Andreea Soare
 Victoria Randem
Julien Van Mellaerts
Svetlina Stoyanova
Olympia Hetherington
Da definire
Stefan von Korch
Luciano Giambra
Federica Foresta
Giacomo Iraci

Felix Krieger
Direttore

Palermo Classica Symphony Orchestra 
Coro UniSonus Palermo