Come il suono cambia a seconda dei differenti periodi storici e delle diverse aree geografiche.
Si tratta di un percorso che affronterà sia nella teoria che nella prassi esecutiva le problematiche connesse al suono dell’interprete.
Oggi che la filologia occupa un posto molto importante nel panorama musicale, spesso ci ritroviamo ad ascoltare pianisti il cui stile e soprattutto il cui approccio al suono è alquanto omologato.
Credo sia necessario e affascinante scoprire come rendere il suono di Bach, per esempio, in un periodo in cui il pianoforte non era ancora nato.
E come affrontare Mozart col suo particolare tocco, frutto di un’accurata ricerca sugli strumenti d’epoca e sulla relativa prassi esecutiva.
Allo stesso modo accade con Beethoven e l’evoluzione del suono attraverso le sonate, il periodo romantico caratterizzato da una nuova tecnica per sviluppare un modo diverso di concepire il pianoforte e il tocco cantante.